2019-10-01 / VLE PAGES

Il tempo e lo spazio

Ci sono dunque stili di comunicazione diversi che manifestano un modo diverso di intendere sé stessi, le proprie relazioni con gli altri ma anche il mondo in cui si vive.

Ad esempio, il modo di rappresentare il tempo in aymara, una lingua sudamericana (v. Dodman 2013: 25). Nelle lingue indoeuropee, come ad esempio l’inglese e l’italiano, il passato è concepito come qualcosa che sta alle nostre spalle (e dunque dietro di noi) mentre il futuro ci attende davanti a noi. In aymara, questa rappresentazione è invertita: il passato, infatti, sta davanti a noi perché, essendo già passato, possiamo vederlo; il futuro, specularmente, è ignoto, non possiamo conoscerlo (e dunque vederlo) e per questo è alle nostre spalle

Oltre al tempo, anche lo spazio può essere pensato in un modo diverso in base alla lingua parlata. Ad esempio, un parlante di una lingua europea tende a concepire lo spazio e gli oggetti che in esso si collocano in base alla propria posizione. Per cui, ad esempio, se fossi inglese direi che un certo oggetto si trova davanti o dietro (in front of o behind), a destra o a sinistra (right o left) in base a dove mi trovo io (o a un altro oggetto che ritengo rilevante). Avrò dunque una visione dello spazio che cambia in relazione al punto che prendo come riferimento: dirò ad esempio there is a market in front of me (io sono il punto di riferimento) oppure there is a market in front of the church (la chiesa è il punto di riferimento). I parlanti di guugu yimithirr, una lingua degli aborigeni australiani, invece, hanno una concezione dello spazio che si dice “assoluta”. Le parole per indicare dove si trovano gli oggetti funzionano in maniera analoga ai punti cardinali: non importa dove mi trovi io rispetto all’oggetto perché l’est rimarrà sempre il punto da cui sorge il sole e l’ovest quello in cui cala. Quindi, se voglio spiegare dove si trova un certo oggetto (che sia grande o piccolo, vicino o lontano) userò delle parole simili a est, ovest, sud e nord (Levinson 1997). A questo modo diverso di rappresentare lo spazio nella lingua, sembra avere conseguenze sul modo in cui i parlanti di guugu yimithirr si muovono nello spazio: infatti, se si trovano in posti sconosciuti, essi ricordano dove si trovano gli oggetti non in base a coordinate legate alla propria posizione (come davanti, dietro, destra e sinistra), ma in base a direzioni cardinali in cui si posizionano gli oggetti. Lo spazio, dunque, viene concepito cognitivamente in un modo molto diverso rispetto a quello che farebbe un parlante di una lingua europea.

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